Il miele proviene dalla trasformazione del nettare dei fiori e rappresenta, associato al polline, l’alimento principale delle api. L’ape, con la sua ligula, sugge il nettare sul fondo della corolla del fiore e lo deposita in un diverticolo dell’esofago, la sacca melaria, dove enzimaticamente inizia il processo di scissione degli zuccheri composti in zuccheri semplici. La soluzione zuccherina così elaborata viene passata dalla bottinatrice alle operaie addette ai lavori interni, che, a loro volta, proseguono nell’aggiunta di acidi e di enzimi e nella concentrazione del liquido, ed infine lo stivano nelle cellette dove prosegue la maturazione, fino a quando il suo contenuto di umidità, grazie alla temperatura dell’alveare ( 35°- 37 c°) ed alla ventilazione operata dalle ventilatrice, scende al di sotto del 20%. A questo punto il miele è maturo e le api opercolano le cellette, cioè le chiudono con un tappo di cera impermeabile. L’estrazione del miele dai favi comporta quindi una disopercolatura ed una centrifugazione a freddo; il miele viene filtrato e lasciato poi decantare per almeno 15-20 gg., dopodiché si invasetta. Tale lavorazione non prevede manipolazioni di sorta ed il miele così ottenuto mantiene tutte le proprietà salutari. Il miele è considerato grezzo o vergine se non riscaldato a più di 45°C. col tempo e se esposto alla luce il miele perde enzimi, aromi e diventa più scuro. Può inacidire se contiene più del 18% di acqua o se scoperto ed esposto all’umidità. Gli zuccheri semplici del miele sono assimilabili direttamente senza fatica da parte dell’organismo. Il glucosio fornisce energia immediata, mentre il fruttosio è trattenuto in riserva dal fegato.
Il miele stimola le contrazioni cardiache ed aumenta il flusso sanguigno nelle coronarie; è indicato per combattere l’ipertensione e nei casi di arteriosclerosi; ha proprietà antisettiche, antibiotiche, espettoranti e spasmolitiche; svolge azione regolatrici della flora intestinale; è un leggero lassativo; ha proprietà diuretiche e sedative; accresce il tasso di emoglobina nel sangue; combatte l’ipocalcemia; ha effetto regolatore sui cicli mestruali; stimola la secrezione biliare ed è perciò indicato nei casi di insufficienza epatica; è un ottimo emolliente ed antidisidratante della pelle. Oltre i diabetici che devono ridurre il consumo di miele, l’unica precauzione riguarda le persone allergiche. Esistono una infinità di tipi di miele, diversi per gusto, colore, odore, densità. Al momento della lavorazione tutti i mieli si presentano fluidi; col tempo, in dipendenza dal rapporto di concentrazione glucosio/fruttosio, alcuni di essi cristallizzano, per un naturale processo di aggregazione delle molecole. I mieli riscaldati, quale che sia la loro origine botanica, non cristallizzano più. Il miele si consuma direttamente, spalmato sul pane, nel latte ed in genere per dolcificare bevande e tisane; serve a preparare ottime bibite alcooliche ed analcoliche; si usa in ricette di cucina e nella preparazione di dolci, ha un alto valore nutritivo e salutare.
Per un più corretto uso del prodotto e per facilitarne la scelta nelle sue varietà, riportiamo, in breve, caratteristiche e proprietà di alcune varietà di miele.
(il tutto per una percentuale del 15% ) e il 3% di sali minerali ed oligoelementi, la maggior parte di quelli esistenti in natura. Il polline è anzitutto un alimento naturale complementare, con proprietà ricostituenti, che agisce migliorando lo stato generale dell’organismo. Permette ai soggetti affetti da anoressia, astenia, esaurimento, sovraffaticamento, di ritrovare appetito, vigore, ottimismo, memoria. Il polline è anche raccomandato per combattere gli stati di carenza, ritardi nella crescita, e durante il periodo di allattamento. E’ un ottimo regolare intestinale, combatte costipazione, diarrea, colite e fermentazione intestinale. Infine, il polline, agisce efficacemente contro l’iportrofia della prostata.
Si inizia con un cucchiaino da caffè a colazione, si abitua l’organismo per una settimana e si aumenta la dose ad un cucchiaio da minestra colmo. Il polline può essere consumato puro in granuli oppure macinato in polvere.
Nei soggetti sensibili, l’ingestione orale di polline può provocare sintomi di allergia.
Il propoli è una miscela di sostanze resinose balsamiche di colore giallo bruno, di consistenza viscosa ed appiccicaticcia ad una temperatura superiore a 15-20° C, che le api utilizzano per verniciare le pareti interne dell’alveare e come mastice per otturare fessure, ricoprire e mummificare i corpi di eventuali predatori uccisi nell’alveare, troppo grossi e pesanti per essere espulsi (topolini, lucertole, etc.). Questo particolare comportamento è all’origine della parola che deriverebbe dal greco pro-polis “davanti alla città”. Il propoli è costituito dalle secrezioni resinose delle gemme e dalla resina di alcuni alberi (betulle, conifere, querce, pioppi, etc.) che le api raccolgono e modificano con l’apporto di secrezioni salivari e di cera. Il propoli è privo di lipidi, sostanze ormonali, proteine. Gli antichi egizi conoscevano le proprietà del propoli e lo utilizzavano nei loro procedimenti di mummificazione. I greci lo utilizzavano per uso esterno come cicatrizzante. Stradivari l’adoperava per verniciare i suoi famosi violini. Il propoli è sostanzialmente una sostanza antibiotica, anestetica, cicatrizzante, anti infiammazione. E’ stato dimostrato che l’azione antibiotica oltre che sui batteri, si esplica anche su virus influenzali e virus delle piante. Inoltre il propolis agisce come antiossidante, antimicotico, stimolante, deodorante. Diluendolo al 25-30% in alcool puro, se ne prepara una tintura alcoolica, ottima per uso esterno. Detta tintura può essere utilizzata per uso interno, somministrando 30 gocce al giorno diluite in un poco di acqua, nei casi di raffreddore, influenza da virus, gastrite, ulcera. Inoltre, diluendo 15-20 gocce in mezzo bicchiere di acqua, si ottiene un colluttorio per l’igiene periodica della cavità orale, per la prevenzione delle carie, ed in caso di gengiviti ed infiammazioni in genere.